Il servizio di Vigilanza Privata Online sul Convegno ConFederSicurezza del 22 novembre in fiera SICUREZZA
La vigilanza privata deve garantire credibilità per ottenere potere negoziale verso l’interlocutore pubblico e l’unica strada per l’autorevolezza è la qualificazione professionale. L’ha dichiarato il Sottosegretario all’Interno Nicola Molteni il 22 Novembre in fiera SICUREZZA a Milano. Precondizione per allargare il perimetro operativo della vigilanza e accedere all’ambìto mercato della difesa della persona è dunque rendere servizi di qualità – la cui premessa giuridica, prima ancora che mercantile, è il perfezionamento del Decreto Formazione. La buona notizia è che questo benedetto DM pare in dirittura d’arrivo, al netto di legge di bilancio ed elezione del PdR.
Ma se la vigilanza privata dev’essere un interlocutore credibile, tale deve essere anche l’interlocutore pubblico, superando l‘ipocrisia – così l’ha definita Alberto Pagani, Capogruppo PD in IV Commissione – di considerare le forze private come un corpo estraneo ed accessorio al sistema di produzione della sicurezza nel paese. La stessa ipocrisia che autorizza la guardia giurata a sorvegliare un Rolex ma non anche chi lo indossa, salvo poi mandarla a combattere i pirati nei mari più pericolosi del globo.
Visto poi che l’85% dei paesi UE è già autorizzato a svolgere funzioni di protezione della persona fisica, e con fatturati stellari, dover attendere l’ennesima bacchettata europea perché l’Italia si allinei ai colleghi UE suonerebbe come un triste déja vu della riforma del 2008, peraltro non ancora completata.
“Meglio arrivarci prima da soli, più che farci calare dall’alto, chissà come, una riforma” – ha chiosato Alberto Ziliani (CoESS).
E se non ora quando, mentre ancora godiamo dell’onda lunga di visibilità e fiducia che il Covid ha portato alle figure del nostro settore? – si chiede Luigi Gabriele, Presidente di ConFederSicurezza. “E visto che ci siamo, perché non riconoscere il valore aggiunto che sappiamo garantire sul piano sociale trattando il bene sicurezza come un bene primario anche sul piano fiscale, sul modello della sanità o della scuola privata, che offrono servizi primari e devono saper garantire standard pubblici? Tra IVA al 4% e IVA al 22% c’è un ampio delta di possibili agevolazioni”.
Il tema IVA è di particolare interesse nel trasporto valori, duramente segnato da una crisi del contante accentuata dalla convinzione – non suffragata da evidenze scientifiche – che la moneta sia un moltiplicatore del contagio da Covid. Un’agevolazione dell’IVA sarebbe infatti particolarmente appetibile per le banche, main customer del trasporto valori – ha spiegato Paolo Spollon (Assovalori, Esta).
In un settore affetto da nanismo originario, ma che negli ultimi 24 mesi si è caratterizzato per acquisizioni e fusioni che hanno ridotto gli stakeholders al 50%, il divide et impera operato dai grandi clienti del resto non funziona più. E l’IVA agevolata potrebbe essere un buon booster per la ripresa.