L'intervista di Vigilanza Privata Online ad Antonella Villa di ConFederSicurezza e Servizi
Mentre la vigilanza privata italiana si dibatte tra problematiche vecchie e nuove (mancato rinnovo del CCNL, concorrenza sleale, dumping interno ed esterno, tutela della persona, guardie giurate all’estero, salario minimo etc), i colleghi europei della sicurezza privata sembrano – oltre che giganti rispetto alle nostre imprese – avanti anni luce. Non per qualità dei servizi, ma per qualità del dibattito: intelligenza artificiale, privacy, droni, sicurezza cyber, sicurezza “phygital” e molto altro sono infatti al centro del lavoro del CoESS, che rappresenta gli interessi del settore sul piano europeo. E siamo indietro, sia beninteso, perchè per troppi anni abbiamo avuto licenze provinciali, talvolta pure comunali, che hanno condannato il settore ad un nanismo geografico che nemmeno la riforma voluta dall’Europa ha ancora sanato. Ne abbiamo parlato con Antonello Villa, Presidente del Comitato Monitoraggio e Telesorveglianza in CoESS.
Dal suo osservatorio privilegiato, cosa contraddistingue – nel bene ma, temo, soprattutto nel male – l’industria della sicurezza italiana da quelle dei principali competitor europei?
Non penso sia corretto individuare aspetti positivi e negativi nella comparazione tra l’industria della sicurezza italiana e quella presente in altri paesi senza tener conto del contesto, con riferimento soprattutto al quadro giuridico, che resta peculiare per ogni singolo stato membro dell’Unione Europea. La domanda vera da porsi – forse – è se possiamo definire quella italiana una industria o piuttosto un artigianato, pur se di livello eccellente, data la differenza dimensionale che si riscontra tra la media delle aziende europee e le nostre…
Quali sono i punti più interessanti dell’attività del Comitato Monitoraggio e Telesorveglianza in CoESS, da lei presieduto?
Devo dire che da quando sono stato eletto presidente di questo comitato, la sua attività ha assunto un ruolo fondamentale all’interno del CoESS, non per merito mio, ma per le numerose iniziative legislative e regolamentari intraprese recentemente dall’UE come accompagnamento alla Transizione Digitale in atto; Artificial Intelligence, Data Act, Cyber Resilience, Drones Strategy. Tutti dossier di cui il comitato MONIT – questa la sigla usata in CoESS – ha la responsabilità.
Stiamo vivendo una guerra ibrida, che ha portato il tema cyber all’attenzione massmediatica. Quanto incide oggi e quanto inciderà domani il tema della sicurezza informatica nel lavoro di chi offre servizi di sicurezza?
Incide molto e la sua importanza è destinata ad aumentare. Possiamo dire che la CyberSecurity è connaturata alle nostre attività, soprattutto a quelle che si svolgono per mezzo di una Centrale di Telesorveglianza. Da sempre ci preoccupiamo di far arrivare in modo sicuro e tempestivo le segnalazioni di allarme, le immagini catturate dalle telecamere ecc, senza che siano intercettate o manomesse; in una parola: il concetto di antisabotaggio ci è familiare e da sempre ci confrontiamo con questa minaccia. A maggior ragione in un’epoca in cui si è realizzata la convergenza IP dei sistemi di sicurezza. Nel futuro intravedo ed auspico che i fornitori di servizi di sicurezza sapranno affermarsi anche nella sicurezza informatica oltre che in quella fisica, con un nuovo approccio di tipo olistico di Cyber-Physical Security che si sta affermando a livello globale e che già in Italia vede alcuni player maggiormente innovativi muoversi in questa direzione. Il CoESS sta attivamente lavorando su questa tematica, ed ovviamente il MONIT è in prima linea.
L’intelligenza artificiale è prevista in gran parte dei sistemi di videomonitoraggio, benchè sia invisa al Garante Privacy. Quale futuro immagina per l’AI nel settore sicurezza, anche alla luce delle recenti chiusure dell’authority? Sostituirà il lavoro dell’uomo?
Comincio dalla seconda domanda. No, il lavoro dell’uomo, e in questo caso delle guardie giuratee degli addetti alla sicurezza, non verrà sostituito: l’AI è uno strumento, sofisticato, che migliorerà l’efficacia dei servizi prestati dall’uomo, ma non lo sostituirà. Per un armonico sviluppo di questo mercato sarà molto importante la definizione della Direttiva sull’Intelligenza Artificiale ora in discussione; purtroppo, come in tutti i casi in cui sono coinvolte le nuove tecnologie, il regolatore si muove con sostanziale ritardo rispetto al mercato.
A proposito di privacy: a quali protocolli devono attenersi gli addetti al monitoraggio in sala operativa? C’è sufficiente cultura?
Ogni azienda elabora i propri protocolli, conformemente al regolamento europeo, i pareri del garante e le policies aziendali. A mio parere esiste una sufficiente consapevolezza nel nostro mondo sulla privacy, a riprova in molte aziende è presente la figura del Responsabile della Protezione dei Dati.