18 maggio 2017


 FederSicurezza al Workshop Più Servizi: insieme per una compatta inversione di tendenza 

Per il Presidente Gabriele è necessario preservare ad ogni costo il valore dei servizi labour intensive

Si è svolto il 15 maggio a Roma, nella prestigiosa cornice del Rome Cavalieri Waldorf Astoria, il primo evento pubblico della rinnovata Più Servizi, Associazione Nazionale Imprese Servizi Integrati, aderente a FederSicurezza.

La conclusione del workshop, in tema di “appalti e riflessi sul settore dei servizi”,è stata affidata al Presidente di FederSicurezza, Luigi Gabriele, che ha espresso il proprio apprezzamento per l’iniziativa, “un modo concreto per far venire fuori le nostre aziende che oggi fanno realmente occupazione, drenando la fame di retribuzione che affligge il nostro Paese”.

“FederSicurezza - ha ricordato Gabriele - nasce inizialmente come organismo di rappresentanza delle aziende che si occupano della “tradizionale” vigilanza privata, scorta e trasporto valori, per poi allargarsi anche alla “diversa” platea delle attività rappresentate da Più Servizi, comunemente definite di “portierato”: terminologia che, a mio avviso, sarebbe anche ora di abbandonare, riconoscendo una volta per tutte che anche chi fa accoglienza è comunque un operatore di sicurezza, con una responsabilità che non è certamente pari a quella di un portiere di condominio. Le nostre aziende, comprese quindi quelle che fanno capo a Più Servizi, sono aziende “labour intensive”, ed è questa la questione centrale da comprendere per poter normare adeguatamente la nostra realtà. Sappiamo bene che in Italia un contratto collettivo di lavoro valido erga omnes - seppur potenzialmente risolutivo del problema alla radice - non può più esistere ormai da decenni, ma resta il fatto che, ad oggi, noi imprenditori non sappiamo più come gestire le nostre risorse umane: perché ognuno - in nome della libertà di associazione ma in spregio di una leale concorrenza - applica un Ccnl diverso, e perché le stesse tabelle ministeriali del costo del lavoro - tra l’altro già superate nel momento della loro faticosa redazione -, quando vengono invocate come elemento dirimente, rivelano la loro valenza tutt’altro che cogente. Non parliamo poi delle problematiche legate ai cambi d’appalto e alla presunta cogenza della clausola sociale, che, oltre alla variabilità “territoriale” di interpretazione, sembra non tenere minimamente conto di quanto il rapporto di fiducia, anche nel settore dell’accoglienza e dei servizi, sia fondamentale nella scelta del contraente”.

“Più Servizi - spiega Gabriele - applica un Ccnl che non è certo il più economico dei contratti, ma che, nonostante i “boicottaggi” esterni, gli imprenditori associati riescono a reggere con buoni risultati. D’altra parte, però, non c’è nessuna norma che obblighi ad assumere un determinato contratto come cogente. Quindi, quando poi in un’aula di tribunale ci si trova a dover rappresentare gli interessi, legittimi, di un’azienda, a quale “appiglio” regolamentare ci si aggrappa? E come ci si difende dalle incoerenze e dalla disomogeneità di comportamento della magistratura e degli organismi di vigilanza? Come se non bastasse, poi, ci rendiamo conto, nostro malgrado, di non poter contare né sull’Anac, che sconta il limite della soft- regulation, né su Consip, i cui bandi di gara, cassati dalla giustizia amministrativa, parlano da soli, né tantomeno sul Ministero del Lavoro, che spesso, e dispiace dirlo, finisce con l’aggravarci il lavoro piuttosto che aiutarci a risolvere i problemi, facendoci ad esempio pervenire dalle Dtl richieste di informative private per “capire meglio la situazione” al verificarsi di problemi”.

“Il nostro rapporto annuale di settore - ha proseguito Gabriele - ha rilevato come la vigilanza privata tradizionale conti circa 41.000 guardie giurate, mentre sappiamo che le imprese che offrono servizi di sicurezza integrata superano abbondantemente questo numero: è evidente quindi che insieme inquadriamo grandi numeri di risorse umane, ma che ad oggi non siamo stati in grado di farne valere il potenziale e di far, per così dire, quadrare i conti. Dobbiamo riuscire a far comprendere che il nostro unico elemento dirimente è la valenza cogente delle retribuzioni delle risorse umane delle nostre aziende: siamo “labour intensive” e dobbiamo imporci di preservare ad ogni costo il valore dei nostri servizi, altrimenti neanche il legislatore potrà aiutarci ad uscire da questo guado. Più Servizi - ha concluso Gabriele - sta lavorando molto, e bene, e sta aggregando trasversalmente numerose realtà in tutto il territorio italiano. Se riusciamo a far massa critica forte e a provocare una compatta inversione di tendenza possiamo farcela, altrimenti continueremo a brancolare nel buio alla ricerca dell’ennesima legge speciale che non farà altro che aumentare la confusione a carico delle aziende e il superlavoro delle magistrature, prima fra tutte quella amministrativa. Ci auguriamo in ogni caso un aiuto da parte del legislatore, con la consapevolezza che è imprescindibile partire dal dato certo che il Ccnl deve essere uno, e idem la retribuzione: se non otteniamo questo riconoscimento, non otteniamo niente”.

 

A.G.